È ormai noto che lo sviluppo psicomotorio del bambino deve essere visto come un continuo intreccio tra diverse aree di crescita che si influenzano tra loro. Grazie a questa progressiva evoluzione il bambino diventa sempre più autonomo e capace di trovare le strategie migliori per risolvere le sfide che l’ambiente esterno continuamente gli propone. Ma come funziona lo sviluppo motorio del bambino? Ce ne parla in questo articolo la nostra esperta di neuropsicomotricità, la Dott.ssa Laura Pizzi.
Le tappe motorie che il bambino man mano raggiunge si adeguano perfettamente alla sua evoluzione psicologica e cognitiva, che lentamente porta il bambino dall’essere totalmente dipendente dalla figura di attaccamento alla volontà di fare tutto da solo.
Tra le abilità che si rafforzano sempre più nel corso della crescita troviamo quelle legate alla motricità manuale che permettono al bambino di raggiungere gli oggetti e compiere da solo attività quotidiane quali mangiare, lavarsi, vestirsi, disegnare, scrivere.
Nel corso del primo mese di vita il bambino compie per lo più movimenti legati a riflessi incontrollati e le mani sono prevalentemente chiuse. Dalla fine del primo mese in poi crescerà in lui la voglia di afferrare gli oggetti ma la sua immaturità neurologica gli permetterà di farlo solamente quando questi gli verranno posti direttamente a contatto con il palmo.
A partire dai 5 mesi di età e fino all’anno si assisterà ad una continua evoluzione nel modo di raggiungere gli oggetti e tenerli in mano. Inizialmente il bambino avrà un tipo di presa chiamata cubito palmare, in cui sono il mignolo e l’anulare a immobilizzare l’oggetto contro il palmo della mano. In una seconda fase intervengono poi anche le dita centrali a rafforzare il gesto e in questo periodo il bambino cerca di prendere gli oggetti attraverso una presa a rastrello. Fino ai 7/8 mesi la prensione è ancora prevalentemente palmare ed è presente una presa a pinza inferiore: si assiste cioè al coinvolgimento del pollice nella presa ma questo resta ancora rigido e l’opposizione non è ancora completa.
La prensione definitiva arriva dagli 8 mesi con quella che si chiama presa a pinza superiore in cui si assiste all’accostamento frontale dei polpastrelli del pollice e dell’indice. Parallelamente all’uso della pinza evolve l’uso delle due mani in maniera coordinata che permette al bambino di conoscere gli oggetti e il proprio corpo.
Un’adeguata stimolazione della motricità fine nei primi anni dello sviluppo permettere al bambino di imparare a impugnare gli oggetti nel modo migliore a seconda del loro uso, della loro forma e del loro peso. La presa degli strumenti grafici come pastelli, pennelli, matite, pennarelli è anch’essa in continua evoluzione da quando il bambino li utilizza in modo spontaneo per tracciare linee sul foglio fino a quando inizia a disegnare in maniera intenzionale.
Allenare la motricità fine con giochi che richiedono l’utilizzo della pinza superiore è dunque uno dei migliori modi per rinforzare una presa corretta dello strumento grafico: pollice e indice che tengono lo strumento e dito medio che lo sostiene. Tra questi giochi ricordiamo attività come infilare le perline, strappare pezzettini di carta per fare collage, modellare vario materiale plastico, disegnare con diversi tipi di strumenti grafici (pennelli, pastelli, pennarelli…) e molti altri che possono nascere spontaneamente dalla creatività di ogni bambino e dei suoi genitori.
Avete domande per la Dott.ssa Laura Pizzi? Scrivetele alla mail laura.pizzi@parmakids.it!