Da diversi anni le tecnologie digitali sono entrate nella vita quotidiana delle famiglie al punto che, oggi, è quasi impossibile trovare una casa senza smartphone, tablet o altri devices. La domanda che si sono iniziati a porre gli specialisti che si occupano di infanzia è in che modo queste tecnologie possano influenzare il sonno dei bambini e il loro sviluppo in generale. Ce ne parla in questo articolo la Dott.ssa Biancamaria Acito, psicologa dell’età evolutiva e perinatale, psicoterapeuta familiare e mediatrice scolastica e familiare.
I devices digitali oggi a disposizione in ognuna delle nostre case rappresentano una questione molto più complessa rispetto alla scelta che si poneva in precedenza ai genitori, ovvero se e quando esporre i bambini alla televisione. I nuovi devices (tablet e smartphone) infatti sono dotati di una tecnologia di facile accesso anche ai piccolissimi: il touchscreen. Questo li rende molto efficaci nelle situazioni “difficili”, come il pranzo al ristorante, ma anche le “crisi” serali o notturne.
Qualche dato sull’utilizzo dei devices digitali da parte dei bambini
Un’indagine recente dell’ACP – Associazione Culturale Pediatri (2017) relativa alle abitudini tecnologiche di 350 bambini tra i 6 mesi e i 3 anni ha evidenziato che i DD (digital devices) sono utilizzati anche da bambini di età inferiore ad un anno in una percentuale variabile fra il 17% e il 30%. Tale percentuale sale al 60% oltre l’anno di età. Anche lo studio della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) del 2016 – Progetto Buona Notte – riporta che un bambino su cinque tra uno e cinque anni usa quotidianamente un device e rileva una correlazione significativa con la deprivazione da sonno.
Sono dati precedenti alla pandemia e questo mi fa pensare che la situazione attuale sia ancora peggiore: gli studi sono in corso, ma i pediatri sono molto preoccupati e stanno provando a mettere in guardia le famiglie da un abuso delle tecnologie.
Anche perché, se l’utilizzo al ristorante o comunque in tutte le occasioni in cui il bambino necessita di un “contenimento” comporta il rischio serio che non sviluppi la capacità di autoregolarsi, l’uso nelle ore serali di tutti questi dispositivi, ognuno a suo modo, può avere effetti nocivi sul sonno dei bambini. Rendere più difficile l’addormentamento e ridurre la durata del sonno notturno anche in età scolare e adolescenziale e non solo nella prima infanzia.
Come agisce l’utilizzo di devices digitali sul sonno dei bambini?
Sono numerosi gli studi che riportano un’alterazione dei ritmi circadiani ed una carenza di ore di sonno notturne a tutte le età. Ricordiamoci che tali condizioni possono avere pesanti ripercussioni, fra cui difficoltà aspecifiche di apprendimento, problemi di attenzione e di comportamento, obesità, indebolimento del sistema immunitario e tante altre. Le variabili che potrebbero produrre questi effetti nocivi sono molteplici: fra queste, l’eccitazione eccessiva prodotta in un sistema nervoso ancora in via di sviluppo, non compatibile con la secrezione di sostanze che inducono il sonno.
La “luce blu” dei devices digitali
Oltre a ciò, dobbiamo considerare che gli schermi dei device emettono una luce blu, simile a quella solare, che può comportare una riduzione della produzione di melatonina. Questo ormone, che generalmente il nostro corpo comincia a produrre nel momento in cui la retina non viene più stimolata dalla luce, agisce sul sonno dei bambini, favorendone l’addormentamento. Non ci stupiamo se poi siamo costretti a somministrarla ai nostri bambini in modo artificiale con degli integratori….
Tra l’altro, la melatonina che si assume sotto forma di gocce alla sera non ha poi alcun effetto benefico sui risvegli notturni, che sono legati ad altri fattori, da approfondire con un colloquio specifico.
E la televisione?
Anche la televisione, pur non emettendo le stesse onde luminose, può avere effetti nocivi sull’addormentamento, perché richiede di mantenere ritmi di attenzione alti emettendo molti stimoli in rapida successione che sovraccaricano il cervello del bambino e lo tengono in uno stato di tensione che non favorisce l’abbandonarsi al sonno. Lo stesso discorso si può fare anche per la tv accesa in sottofondo (guardata dagli adulti), perché le luci e i rumori possono stimolare il cervello del bambino anche quando non è concentrato su ciò che vi viene proiettato.
Un’altra variabile da prendere in considerazione è la visione di contenuti non adeguati all’età (es. video di youtube o videogiochi violenti), che possono ripresentarsi durante la notte a disturbare il sonno dei bambini sotto forma di incubi.
E allora cosa possiamo fare? Vediamo qualche indicazione pratica
Diamo il buon esempio
Come sappiamo, i bambini imparano molto di più imitando i nostri comportamenti piuttosto che ascoltando le nostre parole. Perciò è poco probabile che apprendano a limitarsi nell’uso delle tecnologie se continueranno a vedere noi utilizzarle in modo indiscriminato mentre siamo con loro. È importante, perciò, evitarne l’utilizzo nelle occasioni di scambi interattivi (es. i pasti) e cercare di favorire le attività alternative, come il gioco condiviso e la lettura ad alta voce.
Non lasciamoli soli davanti ai devices
Può essere importante affiancare il bambino o per lo meno supervisionare sempre quello che sta facendo, in modo da mediare gli stimoli non adatti all’età e ridurre il rischio che viva da solo emozioni forti difficili da elaborare in modo autonomo.
Evitarne l’uso prima dei due anni e limitarlo in seguito
I pediatri italiani raccomandano di evitare gli schermi sotto i due anni e di limitarli ad un’ora al giorno tra i due e i cinque anni.
In questa fascia d’età, ancora più che in altre, un loro abuso può impattare negativamente in tutte le aree di sviluppo del bambino (linguaggio, autoregolazione emozionale, ecc.). Questo avviene perché il bambino ha più bisogno di fare esperienze sensoriali con tutti i cinque sensi in una realtà tridimensionale e non limitata quale quella virtuale.
È fondamentale in tale periodo della vita dare ampio spazio ai giochi di movimento, possibilmente all’aria aperta, con il vantaggio secondario di fare scaricare il bambino a livello motorio e rendere perciò il suo corpo più pronto a rilassarsi alla sera per lasciarsi andare ad un buon sonno ristoratore.
Scegliere in modo consapevole i contenuti da proporre al bambino
È importante sottolineare che le tecnologie non devono essere demonizzate di per sé, perché presentano anche molti vantaggi: molti videogiochi, ad esempio, possono contribuire allo sviluppo dei riflessi e delle capacità di problem solving (es. Minecraft). Il computer può essere di grande supporto in caso di disturbi specifici di apprendimento o altri bisogni educativi speciali.
La variabile che può fare la differenza è un utilizzo consapevole e con la supervisione dell’adulto. Per capire se siano adatti o meno al proprio bambino, ad esempio, può essere utile consultare i Pegi, ovvero la classificazione dei videogiochi in base all’età e non al livello di difficoltà.
Troppo spesso, infatti, vedo bambini giocare con videogiochi troppo “attivanti” per la loro età. Il fatto che riescano a giocarci efficacemente, infatti, non significa che siano sufficientemente maturi per rielaborare tutte le emozioni che suscitano in loro e che poi andranno a disturbare sia il loro sonno che il loro equilibrio diurno.
Non utilizzare i devices come “pacificatori” e strumenti di “contenimento”
Cercare di evitare di proporre smartphones e tablet per sedare un “capriccio”, ottenere che finiscano di mangiare o che stiano seduti al ristorante: una strategia da adottare, ad esempio, potrebbe essere quella di portarsi sempre dietro uno zainetto con libricini, fogli e colori. Una sorta di “kit” di sopravvivenza per le situazioni difficili!
Biancamaria Acito
Esperta del sonno