Maya Azzarà è architetto e mamma di tre bambini. Cresciuta a Parma, ha vissuto in città fino al 2011, anno in cui con marito e bambini si è trasferita tra le colline liguri. Dopo la maternità si è interessata alla progettazione degli spazi per l’infanzia, soffermandosi in particolare sulla casa, il primo ambiente vissuto dai bambini e importante luogo di esperienza, apprendimento e relazione. Alcuni mesi fa ha pubblicato il libro intitolato “Case anche per bambini – Educare i bambini attraverso lo spazio domestico” (ed. La Meridiana), che accompagna i genitori a ripensare all’organizzazione di una casa abitata anche da bambini e che sarà presentato mercoledì 27 maggio 2015, alle ore 18.00, alla libreria Feltrinelli Village del Barilla Center. In questa breve intervista ci parla del suo libro.
Anche arredando una casa i genitori possono consentire ai bambini di conquistare con serenità la propria autonomia. Ci spieghi meglio.
Questo è un libro pratico che offre idee semplici ed economiche per rendere la propria abitazione a misura di bambino. Il mio libro propone una visione montessoriana dell’abitare, che integra alle esigenze pratiche del vivere quotidiano i bisogni dei più piccoli sostituendo ai “Non si tocca!”, “Questo no!”, “Hai scarabocchiato il divano!” soluzioni che trasformando lo spazio domestico in un luogo di piacevole condivisione e in un’occasione di auto-apprendimento per i nostri figli.
Predisponendo, accanto agli spazi degli adulti, angoli di gioco adeguati e attività di routine accessibili (mangiare, vestirsi, etc.) destinati a essere fruiti e adoperati senza mediazione dell’adulto, i bambini possono imparare a fare da soli raggiungendo una sana indipendenza e rinforzando la relazione di fiducia con l’adulto, il senso di responsabilità e l’autostima, importanti cardini per la strutturazione della personalità futura.
Ci fai un esempio di qualche soluzione pratica?
Se, per esempio, nell’ingresso di casa manca un attaccapanni fissato ad altezza di bambino, nostro figlio, entrando, (legittimamente) lancia il giubbotto dove capita.
Al contrario, se predisponiamo intenzionalmente un gancio dove il bambino possa arrivare senza il nostro aiuto, egli ha la possibilità di riporre la giacca da solo, interiorizzando con spontaneità questa abitudine e comprendendo fin da piccolo come prendersi cura delle proprie cose.
Seguendo lo stesso principio, egli sa dove ritrovare il proprio giubbotto quando è il momento di uscire – e ciò lo rassicura- e può scegliere di esercitarsi liberamente provando a indossare la giacca in qualsiasi momento della giornata, senza mamma o papà che lo precedono, lo incalzano o si sostituiscono a lui perché è tardi…
Una casa (anche) per bambini ha un approccio organizzativo molto concreto che si basa su un’idea di bambino attivo e competente, e perciò pienamente all’altezza di condividere e gestire gli spazi domestici, nel rispetto di sé e dell’altro.
Come si può restare aggiornati su altre iniziative e progetti?
Potete visitare il mio sito personale www.caseperbambini.it, con relativo blog, e compilare il modulo di iscrizione alla newsletter; in alternativa potete seguire la mia pagina Facebook “Case anche per bambini”