«La funzione della lettura è fondamentale per due motivi: permette ai ragazzi di fare chiarezza sul loro mondo interno, ma permette anche di conoscere qualcosa in più del mondo esterno», esordisce così Giovanni Greci, responsabile della Biblioteca Pavese di Parma.
Un incontro, il nostro, degno del miglior romanzo per ragazzi, avvenuto mentre la prima neve del nuovo anno scendeva sulla città, imbiancando le strade e la Biblioteca, tanto da farla sembrare un posto surreale alla maniera di Calvino. Così, il dott. Greci mi ha raccontato la storia di uno spazio nato ad hoc per bambini e ragazzi, rispondendo all’esigenza «di avere finalmente in città una biblioteca rivolta sia ai minori che ai soggetti che interagiscono con essi, dalle famiglie agli educatori agli operatori sociali agli studenti universitari delle facoltà psico-pedagogiche». Nata nel 1985, in tre aule della scuola elementare Albertelli, la Pavese ha da subito suddiviso il proprio patrimonio in opere rivolte prettamente ai ragazzi e altre rivolte agli adulti, questo perché «se un genitore trova materiale piacevole anche per sé, è più invogliato a portare i bambini in biblioteca». Una volta superati i 60.000 prestiti, l’entusiasmo fu tale che si presentò subito l’esigenza di costruire ex novo la Biblioteca. Così nel 2002, la Pavese ha potuto avere una propria struttura esterna alla scuola, interamente finalizzata a tale scopo. Greci mi racconta di essere divenuto responsabile della Biblioteca proprio nel periodo in cui la direzione degli asili nido era nelle mani della dottoressa Terzi, psicologa famosa a livello nazionale per aver ideato asili nido di alta qualità. Gli occhi di Greci emanano una luce particolare, scorgo in lui il piacere di raccontare il suo passato e, con esso, il passato della Biblioteca. Ricorda che a Parma giunsero all’epoca delegazioni dell’amministrazione Clinton per studiare la formula organizzativa e le finalità dei nidi di Parma: un motivo di orgoglio per l’intera città. Partecipando dunque ad un corso di aggiornamento a cui presero parte psicologi, psicoanalisti e pedagogisti, Greci, reduce da studi di carattere storico-politico, ebbe così modo di apprendere cose essenziali sulla funzione del libro.
«Il giudizio di un adulto su un libro non è lo stesso che può dare un ragazzino, perché lui può trovare in storie che per noi sono secondarie o irrilevanti, delle fonti su cui lavorare profondamente»: è questo lo scarto tra l’adulto e il ragazzo. Questo Greci lo ha capito bene, tanto che oggi la Biblioteca si avvale di una squadra vincente in cui ciascun collaboratore ha un’età di riferimento su cui lavorare. Nascono così i laboratori di lettura che cercano di rispondere alla domanda dell’utenza: la Biblioteca costruisce relazioni con i docenti delle scuole, realizzando laboratori che possano soddisfare eventuali esigenze didattiche o pedagogiche. «Scegliamo una serie di storie su determinati argomenti, li raccontiamo ai ragazzi e poi loro, attraverso un processo interno, ne intuiscono i significati», racconta Greci. Si svolgono due laboratori al giorno a cui si aggiungono incontri pomeridiani con bimbi di età compresa tra 1 e 6 anni. Per evitare di creare caos, è preferibile iscriversi, ovviamente in modo gratuito. Un’altra iniziativa che merita di essere citata è quella svoltasi pochi mesi fa con mamme incinte. Partendo dall’idea di accogliere il proprio bambino in modo originale, le partecipanti hanno realizzato un libro, il cui resoconto, tra l’altro, apparirà sulla rivista Bambini.
Interessante è anche ricordare i convegni tenutisi negli anni ’90 relativamente all’uso dei nuovi media (televisione e computer) cercando di promuovere una riflessione su tutti i mezzi di comunicazione e non solo sul libro: «la modernità non è il WiFi, ma è capire quali modifiche comporti l’uso di questi mezzi sia nei processi psicologi del ragazzo che nelle relazioni sociali». Camminando per i corridoi della Biblioteca, tra sedie che sembrano lavagne, vecchie videocassette e nuovi dvd, mi sembra di tornar bambina. Sul dorso di ciascun libro vi è un piccolo trifoglio di colore diverso a seconda della fascia d’età a cui è diretto. Il settore dei piccolissimi (0-6 anni) è tutto dire: sedie lillipuziane, piccoli divanetti e soprattutto tanti libri (libri gioco, libri con prime esperienze, libri sugli ambienti, storie senza scrittura e con, fiabe e favole, libri sull’apprendimento e sezioni con saggi su varie problematiche come andare all’ospedale o dal dentista). Una F indica invece i libri rivolti ai genitori e relativi a tutte le problematiche della crescita, per non parlare del settore dedicato alla saggistica utile ai ragazzi universitari.
Alla fine dell’incontro, Greci mi racconta, senza svelare troppo, un’ultima iniziativa che si terrà nel mese di maggio: ancora una volta al centro saranno il libro e i bambini, questa volta però, probabilmente, sotto i Portici del Grano. Per saperne di più, non resta che aspettare. La chiacchierata giunge purtroppo a termine, do un’ultima occhiata a questa biblioteca dalla strana forma circolare, apro la porta e attraverso il vialetto: la neve ha deciso di non fermarsi, ma di regalare a tutti noi un momento magico, ideale per staccare la spina e diventare a nostra volta un po’ piccini.