Uno dei motivi di consulto più frequenti, quando si lavora con i bambini, sono i disturbi del sonno. sonno. Il periodo che va dalla nascita ai tre anni, infatti, è spesso molto difficile da gestire. In alcuni casi mette veramente a dura prova anche i genitori più pazienti. Si potrebbe quasi dire che chi ha inventato la frase “Dorme come un bambino”, probabilmente non ne ha mai avuto uno!

Come cambia il sonno del bambino
Il sonno del bambino ha ritmi molto differenti con il passare dei mesi, dalla nascita fino ai 3-4 anni circa, per poi diventare gradualmente simile al sonno degli adulti.
Il feto presenta, a partire dalla 20° settimana, alternanza di veglia e sonno con predominanza di sonno (80%); è il cosiddetto ritmo fetale, che si basa su cicli di 25-26 ore anziché 24.
Il neonato, in media, può dormire dalle 16 alle 17 ore al giorno, il bambino di 3 anni fino a 12 ore, quello di 6 anni 10 ore e di 12 anni, 9 ore al giorno.
E’ un bisogno che varia da un bambino all’altro, la qualità e le caratteristiche del sonno si evolvono durante l’infanzia. E’ difficile quindi stabilire cosa sia normale. Il quanto dovrebbe dormire un bambino e soprattutto il come (sonno calmo – sonno agitato), sono fattori che cambiano a seconda dell’età e dello sviluppo neurologico.

Quando si può parlare di disturbo del sonno?
Spesso i genitori confondono i risvegli notturni frequenti con i problemi del sonno; il sonno di tutti gli esseri viventi è caratterizzato da alternanza di fasi di sonno profondo e di semiveglia, quindi è normale che ciò accada anche ai bambini; la differenza è che alcuni bambini non riescono a riaddormentarsi da soli.
Questo può portare ad una delusione delle aspettative dei genitori: ad esempio un neonato, è molto facile che “scambi il giorno con la notte“, ma non vuol dire che sia disturbato, bisognerà aspettare il secondo mese affinché i suoi ritmi si regolarizzino.
Altre situazioni che possono confondere sono:
- Errore di interpretazione dei segnali del bambino e il conseguente instaurarsi di abitudini sbagliate. Facciamo l’esempio di un bambino più grande, si agita, spinge come se dovesse evacuare, si lamenta ma non si è ancora svegliato (sonno agitato). Il genitore premuroso si avvicina, lo prende in braccio per tranquillizzarlo ma così facendo lo sveglia. Questo atteggiamento interrompe il ritmo e, se perpetuato, può alterare la sua routine fino a compromettere la sua “educazione al sonno”.
- Comparsa di Incubi e Parasonnie. A partire dai nove mesi il bambino prende coscienza di essere un individuo indipendente e inizia a sperimentare il senso della separazione. Se da una parte ciò è fondamentale al fine di costruire una propria identità, dall’altra questo passaggio può essere vissuto con ansia che può palesarsi con la paura di addormentarsi, risvegli multipli e parasonnie.
Quando i problemi relativi al sonno dipendono da uno di questi fattori, basterà attendere la maturazione del sistema nervoso e/o correggere le modalità di intervento per ottenere la risoluzione del disturbo. Capire qual è la normalità non allevierà sicuramente la fatica dei genitori, ma influirà positivamente sul senso di frustrazione che accompagna spesso questo periodo.

Quando l’intervento dell’osteopata può essere d’aiuto?
Il cervello di un neonato è nel pieno della sua maturazione e si esprime solo attraverso le cosiddette funzioni vegetative (sonno, digestione, respirazione…) che risultano pienamente espresse; per cui l’effetto di tali disfunzioni sarà più evidente in questi ambiti, causando:
- disturbi del sonno
- irritabilità e pianto inconsolabile
- coliche gassose
- reflusso gastro-esofageo
- singhiozzo
Questo accade perché alla nascita l’articolazione tra la prima vertebra cervicale e i condili occipitali non è ancora formata (le strutture in questo momento sono cartilaginee, non ossificate), e può quindi essere eccessivamente sollecitata durante il parto. Questa zona articolare è strettamente correlata con le strutture neurologiche implicate nella regolazione del ciclo sonno-veglia, che quindi possono risentire dello stress meccanico del parto, ad esempio, oppure di disfunzioni sopraggiunte successivamente nel bambino più grande.
Questa può essere legata a esperienze “traumatiche” avvenute nella vita intrauterina, durante il parto o nella prima infanzia. Il SNC è molto sensibile alla pressione fisica, quando questa aumenta può creare un’irritazione del sistema. Ad esempio, per un bambino che ha subito una “compressione” della base cranica al momento del parto, il semplice dormire in posizione supina aumenta il grado di pressione su questa zona già in tensione. Ciò impedirà al bambino di rilassarsi completamente durante la nanna e lo costringerà a continui risvegli per cambiare posizione.
Disturbi del sonno secondari ad altri problemi, come stipsi, coliche, reflusso, problematiche respiratorie e altro. Ad esempio, se un bambino soffre di reflusso avrà più sintomi e fastidi stando nella posizione supina (a pancia in su) e questo gli impedirà di avere un sonno sereno e continuativo.
Anche le semplici conquiste di apprendimento durante la giornata possono creare uno stato di eccitazione che va a disturbare la notte. In questo caso a entrare in gioco è il sistema neurovegetativo del bambino che se attivato in modo eccessivo porta ad una alterazione neurologica.
Come interviene l’osteopata?
In questi casi, dopo l’esclusione di patologie importanti da parte del pediatra, l’intervento dell’osteopata può essere di grande aiuto. Con tecniche mirate a migliorare la mobilità delle strutture compresse o con dei trattamenti a supporto dei problemi gastroenterici e respiratori, aiuterà il bambino a trovare maggiore armonia, equilibrio, ottenere un migliore adattamento quindi… una notte serena!
Il compito dell’osteopata sarà quello di individuare la causa dei problemi del sonno del bambino e agire su quella attraverso un colloquio con i genitori e test osteopatici su tutto il corpo del bambino, proprio per capire dove potrebbe risiedere l’origine del problema.
Il trattamento sarà mirato e personalizzato e ovviamente verrà eseguito con tecniche dolci, sicure e per nulla dolorose, che vanno a riequilibrare le strutture del bambino.
L’osteopatia si prende cura della salute del bambino, sostenendo i meccanismi di autoregolazione affinché si riescano a dissipare queste tensioni e il bimbo abbia un maggior rilassamento nel momento in cui si addormenta.
Chiara Bussolati – Osteopata D.O.
Via Sette Fratelli Cervi 22 – Parma
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