Da qualche settimana a questa parte la nostra vita è cambiata e con lei anche quella dei nostri bambini. Come ha inciso questa situazione sulle abitudini della famiglia e dei bambini? Soprattuto, che ripercussioni ci sono state sul sonno dei bambini e come possiamo affrontarle? Lo abbiamo chiesto alla nostra esperta del sonno, la Dott.ssa Biancamaria Acito. Leggete qui sotto l’articolo che ha preparato per noi!
Da domenica 23 febbraio la vita delle famiglie di Parma è improvvisamente cambiata. L’emergenza sanitaria del Covid-19 ha determinato la “temporanea” chiusura di nidi di infanzia e scuole di ogni ordine e grado. Questo è stato solo il primo passo: da quel momento, di decreto in decreto, la situazione è progressivamente peggiorata fino ad arrivare, nell’ultimo periodo, alla necessità di non uscire dalle proprie abitazioni se non per motivazioni comprovate.
Si tratta di una esperienza mai vissuta prima che ha colto noi adulti del tutto impreparati rispetto a come comportarci con i nostri bambini. D’altra parte, nessuno sa né riesce a prevedere quali potrebbero essere le ripercussioni future di questa situazione.
Nel mio ambito specifico, la psicologia dello sviluppo e perinatale, sto riflettendo su quali potrebbero essere le ricadute sul sonno di questa “reclusione” forzata ma necessaria, che al momento non ha neppure una data di scadenza certa.
Lo stravolgimento della routine quotidiana
Un primo aspetto importante riguarda il fatto che le giornate delle famiglie sono state radicalmente trasformate: niente scuola per i bambini, niente lavoro per i genitori (tranne per chi fa lavori necessari oppure chi riesce a fare lo smartworking), separazione da nonni, altri familiari e amici. La conseguenza di tutto questo è uno stravolgimento delle routine quotidiane e sappiamo quanto queste solitamente siano connesse ad una buona qualità del sonno diurno e notturno dei bambini.
Oltre a ciò, consideriamo che i bambini non hanno più l’opportunità di scaricare le loro straripanti energie all’asilo, al parco giochi o nell’attività sportiva: in tal modo, il rischio è che siano molto più nervosi e irritabili, ma anche più attivi e quindi meno inclini a rilassarsi per addormentarsi la sera o durante il giorno per il pisolino.
Cosa possiamo fare?
Non è facile rispondere a questa domanda, proprio perché la situazione che stiamo vivendo non ha precedenti, ma proverò a dare qualche indicazione da personalizzare in base alle esigenze specifiche della propria famiglia.
Rispettare orari regolari per l’addormentamento e il risveglio.
In questo momento si può essere tentati dalla possibilità di lasciarsi andare e vivere alla giornata (anche perché le preoccupazioni per il problema sanitario occupano spesso i nostri pensieri), ma questo potrebbe condizionare in modo negativo il sonno di tutti.
Cercare di consolidare una nuova routine
La nuova routine quotidiana può essere caratterizzata da una sequenza di attività ripetute giorno dopo giorno in modo abbastanza regolare (ma senza rigidità). Ricordiamoci che i bambini, che già in condizioni normali non hanno il controllo sugli eventi, sono molto rassicurati dal poter prevedere cosa succederà dopo, ovvero dall’anticipare mentalmente cosa accadrà e trovare conferma nei fatti. Generalmente, la routine calma il sistema nervoso e favorisce uno stato d’animo tranquillo. Per dirlo con altre parole, il cervello di fronte a situazioni familiari può rilassarsi, non dovendo stare “in allerta” per recepire informazioni del tutto nuove.
In tal modo, soprattutto di sera, è possibile in un certo senso mettere il “pilota automatico”, la qual cosa favorisce l’addormentamento. Vale anche per noi adulti: pensiamo alle abitudini serali che ripetiamo ogni giorno prima di andare a dormire, ad esempio la tisana o la lettura di un libro. Con i più piccoli, potrebbe essere un’idea trasformare questa esigenza di regolarità in gioco, prendendo un cartellone e disegnando insieme le attività che si scelgono di fare ogni giorno, con la sequenza e gli orari che si ritengono più idonei (ad esempio, sveglia, colazione, gioco libero, compiti, lettura ad alta voce, ecc.).
Il rituale dell’addormentamento
Mantenere il rituale per favorire l’addormentamento che si era consolidato in tempi pre-coronavirus. Oppure, se non è possibile perché sono mutate le condizioni, provare a stabilizzarne uno nuovo, ma altrettanto rilassante e in grado di rassicurare il bambino circa la protezione che potrà avere dai propri genitori.
Attenzione alle emozioni!
Fare attenzione alle emozioni e ai vissuti dei bambini, che soprattutto in questo momento potrebbero includere paure nuove, mai provate prima e per questo ancora più destabilizzanti. I vissuti non rielaborati durante il giorno, infatti, potrebbero tornare durante la notte a disturbare il loro sonno sotto forma di incubi o risvegli più frequenti del solito, così come potrebbero rendere più difficile l’addormentamento serale (perché il bambino non è sufficientemente tranquillo per lasciarsi andare al sonno).
Si può provare ad aiutarli a esprimere e verbalizzare il più possibile quello che provano (ma senza forzarli con domande dirette incalzanti): una modalità indiretta ma molto efficace può essere la lettura condivisa di un libro illustrato. In ogni caso, non esitare a chiedere un consulto nel caso in cui il bambino sembri particolarmente ansioso o irritabile.
Limitare l’utilizzo dei device tecnologici
Fare attenzione all’abuso delle tecnologie (tablet, cellulari, pc e tv). In questo periodo noi genitori potremmo essere tentati di essere meno restrittivi del solito, perché sappiamo che per i nostri figli è un momento difficile (lo è anche per noi!). Ma è utile limitarne l’uso almeno nelle ore serali perché gli studi recenti hanno dimostrato che tutti questi dispositivi, ognuno a suo modo, possono rendere più difficile l’addormentamento e ridurre la durata del sonno notturno (vedi, ad esempio, lo studio del Giocampus del 2017).
In particolare, tablet e altre strumentazioni che emettono una luce blu, simile a quella solare, causano una riduzione della produzione di melatonina (ormone che favorisce l’addormentamento).
Tuttavia anche la TV, pur non emettendo onde luminose analoghe, è ugualmente dannosa perché richiede di mantenere ritmi di attenzione elevati e rapidi emettendo tanti stimoli che sovraccaricano il cervello del bambino e lo tengono in uno stato di tensione che non favorisce l’abbandonarsi al sonno. Vale anche per la tv in sottofondo (che eventualmente stanno guardando i genitori), perché le luci e i rumori possono stimolare il cervello del bambino anche quando non è concentrato su ciò che vi viene proiettato.
Un’opportunità per fermarsi
Mi rendo conto di aver dato solo qualche spunto di riflessione per i genitori alle prese con una situazione del tutto nuova e in molti casi resa ancora più difficile da perdite molto dolorose o comunque preoccupazioni crescenti per i propri familiari e amici. Tuttavia ritengo che questo periodo così indefinito possa rappresentare un’opportunità per fermarsi e cercare di capire e accogliere maggiormente i bisogni dei propri bambini.
Una consapevolezza maggiore, infatti, potrebbe rivelarsi una risorsa molto importante in futuro, quando la vita di tutti riprenderà a scorrere e a “correre”, anche se forse non con le stesse modalità di prima. Forse potremmo impegnarci tutti in questo momento perché il cambiamento si orienti nella giusta direzione.
Per qualsiasi dubbio, domanda o richiesta di supporto, potete scrivermi via e-mail e in seguito possiamo eventualmente concordare un incontro… rigorosamente on line!
Biancamaria Acito
biancamaria.acito@parmakids.it