I papà di oggi rivestono un ruolo sempre più importante in relazione al sonno dei propri bambini e, più in generale, a tutti gli aspetti legati alla gestione dei primi anni di vita. Ma chi sono i papà di oggi?
Non è per nulla facile rispondere a questa domanda, anche solo per il fatto che il ruolo sociale del padre è molto cambiato nel corso degli ultimi quarant’anni: secondo Alessandro Volta (2010), pediatra e autore di “Mi è nato un papà”, siamo passati in breve tempo dal padre “escluso” (l’accudimento dei figli spettava esclusivamente a mamme, nonne e altre figure femminili) al padre “osservatore” (più presente, ma privo di un ruolo), al padre “partecipe” dei nostri giorni.
Oggi, infatti, il padre è coinvolto nella vita dei figli fin dalla nascita e anche prima, durante la gravidanza: spesso assiste al parto, rimane in ospedale a supportare la neomamma durante il rooming in e si prende ferie dal lavoro per i primi tempi a casa dopo il rientro dall’ospedale (non sempre purtroppo!).
In altre parole, si prospetta una maggiore interscambiabilità di ruoli e mansioni: il che non significa fare le stesse cose nelle stesso modo, ma piuttosto assecondare le inclinazioni individuali, le abilità personali e le disponibilità contingenti di tempo e risorse.
Ad esempio, se la mamma si deve assentare per qualche giorno, il papà è perfettamente in grado di occuparsi del bambino: un tempo non era affatto così!
Tuttavia, i genitori potranno anche fare i turni nello svolgere le stesse mansioni, ma ciò non significa che lo faranno nello stesso identico modo: anzi, il bambino sarà arricchito dalle differenze di mamma e papà nel vestirlo, cambiarlo, nutrirlo o giocare con lui.
Anche in relazione al SONNO, inoltre, i papà possono assumere un ruolo significativo fin dai primissimi mesi di vita e questo vale sia in fase di addormentamento che durante la notte, rispetto alla gestione dei risvegli più o meno frequenti.
In caso di allattamento artificiale è più semplice capire il ruolo del papà, perché fin da subito può alternarsi con la mamma nel dare il biberon al bambino durante i risvegli notturni. Tuttavia il papà può rivestire un ruolo attivo anche in caso di allattamento al seno, perché può facilitarlo occupandosi di tutto il resto e consentendo alla mamma di dedicarsi completamente e solo a nutrire il proprio bambino: l’avviamento dell’allattamento, infatti, richiede alla neomamma molte energie e molto tempo e a volte alcune mamme rinunciano proprio perché non adeguatamente supportate.
Dopo i primi 3/4 mesi di vita, inoltre, quando si iniziano ad allungare i tempi fra una poppata e l’altra e teoricamente sarebbe possibile per il bambino dormire per 5 o 6 ore di fila senza mangiare, il papà potrebbe intervenire al posto della mamma per consolare il bambino e rispondere al suo bisogno di contatto e rassicurazione, che rappresenta un bisogno primario al pari dell’essere nutrito. In tal modo, può contribuire a favorire lo sviluppo della capacità di autoregolazione da parte del bambino e la conseguenza potrebbe essere la progressiva riduzione dei risvegli notturni.
Ovviamente il papà può riuscire in questo solo se ha già instaurato una relazione di attaccamento con il proprio bambino e questo dipende dal fatto che sia stato coinvolto o meno nell’accudimento del figlio in modo attivo fin dai primi tempi dopo la nascita. Il livello di coinvolgimento e di partecipazione dei papà dipende in parte da loro e in parte da quanto le mamme si “fidano” a condividere l’accudimento dei neonati.
A volte, infatti, le neo-mamme non riescono a fidarsi pienamente e preferiscono occuparsi da sole dei figli per fare tutto “nel modo giusto”. Invece è fondamentale per i neo-papà sperimentarsi fin da subito, per non rischiare di diventare insicuri e quindi rinunciare di fronte alla prima difficoltà. D’altra parte, spesso, neppure le neo-mamme sono così abili inizialmente: in passato si faceva più esperienza con i figli di parenti o amici, ora può capitare che il proprio bimbo sia il primo neonato che ci capita di vedere e “maneggiare con cura”!.
La condivisione delle cure genitoriali è un aspetto molto importante e strettamente connesso alla serenità futura della nuova famiglia nata con la nascita del bambino. Mi occupo anche di consulenze alle coppie e di mediazione familiare e ne vedo molte che vanno in crisi proprio nei primi anni di vita dei propri bambini perché incontrano molte difficoltà nella riorganizzazione di ruoli e relazioni.
Per questa ragione nelle consulenze sul sonno dei bambini chiedo sempre, se possibile, la partecipazione di entrambi genitori, così da chiarire subito che entrambi svolgono un ruolo significativo in relazione al sonno del proprio bambino e, più in generale, alla gestione della famiglia.
Bianca Maria Acito
Esperta del Sonno