Quante volte nel linguaggio comune ci si riferisce al gioco come una cosa leggera e libera dai pensieri del mondo adulto?
Si gioca per giocare, per divertirsi, per sentirsi bene.
Qualunque persona che non abbia mai avuto a che fare con un bambino non penserebbe mai al gioco come ad un vero strumento di crescita.
Tuttavia è proprio così, il gioco da sempre è ciò che spinge il bambino oltre le sue conoscenze, gli permette di scoprire il mondo, di imparare ad agire su di esso.
Se si presta attenzione e si osserva un bambino mentre gioca ci si può accorgere subito di quanto questa attività sia importante e carica di emotività: lo sguardo è acceso e attento, il corpo è tonico e orientato verso quello che il bambino sta facendo. Giocare è una cosa seria! Vietato disturbare!
Nel corso dello sviluppo psicomotorio il bambino attraversa diverse tappe che sono scandite proprio da diversi modi di giocare. Crescendo infatti il bambino diventa sempre più competente: si sviluppano le sue abilità motorie e cognitive, le sue abilità comunicative e relazionali.
Si passa in pochi anni da un neonato totalmente assorto dal gioco di sguardi e dalle carezze della mamma a un bambino che corre, salta e organizza giochi di gruppo con i compagni.
Il primo gioco che possiamo riconoscere nello sviluppo del bambino è quello sensomotorio; si parte dal piacere del bambino a fare il cavalluccio ed essere lanciato e ripreso in aria da mamma e papà all’enorme divertimento nel correre, saltare e fare scivolate.
Dagli 8 mesi l’interesse verso gli oggetti e il mondo sono sempre maggiori: il bambino ama giocare con tutto quello che trova per casa, scatole, pentole, pezzi di stoffa. Aprire e chiudere, entrare e uscire da tunnel e scatoloni, battere, far cadere a terra e lanciare sono i suoi giochi preferiti. Gli fanno capire che è lui che agisce sull’ ambiente esterno.
Questa è la fase del gioco presimbolico che permette di accedere alla tappa successiva, quella del gioco simbolico.
Dai due anni grazie allo sviluppo del linguaggio e della funzione simbolica gli oggetti possono trasformarsi in mille cose: un bastone diventa una spada, un cuscino il letto, e pian piano anche lui sente di potersi trasformare in qualcun altro…una mamma, un papà, un super-eroe. Impara in questo modo a riconoscere e capire i ruoli sociali e a dar sfogo alla sua capacità rappresentativa. Il gioco non è più solo corpo ma anche mente.
Crescendo poi il gioco si fa sempre più ricco, compaiono i giochi di regole e il bambino può mettere in pratica tutte le sue capacità cognitive più fini.
Oltretutto per noi adulti è importante osservare il gioco del bambino per la sua valenza rivelatrice. È qui che se ci sono criticità esse affiorano.
Possono essere difficoltà emotive o relazionali, e allora il gioco è carico di ansie, di paure, di inibizioni; oppure difficoltà motorie: il bambino è impacciato, non riesce a svolgere le azioni come vorrebbe. È inoltre importante osservare se il gioco varia di volta in volta o se è ripetitivo e se non ha a nessun fine.
Osservare e partecipare ai giochi del bambino è dunque molto più importante di quanto ci si possa aspettare, se abbiamo o conosciamo bambini non lasciamoci sfuggire questa grandiosa esperienza di crescita!
Informazioni:
laura.pizzi@parmakids.it