Quante volte vi è capitato di vedere un bambino incantato davanti ad un suono? E quanto spesso ci stupiamo di come capitola al canto della sua ninna nanna preferita? Ancora più spesso sorridiamo quando il nostro bambino comincia a cantare le sue prime filastrocche oppure prende pentole e mestoli e si improvvisa batterista! Questa è la magia del suono…
Nel mondo antico c’era la credenza che il forte potere della musica potesse proiettare sul mondo un’influenza positiva, un’armonia cosmica ed universale. È d’altra parte dimostrato da vari esperimenti scientifici che i neonati appaiono più interessati all’armonia dei suoni che a generici rumori. Il feto è esposto continuamente a suoni ritmici come ad esempio i ritmi cardiaci e respiratori della madre ed è risaputo che l’udito è il primo senso che il bambino sviluppa. Dato che un bambino alla nascita è in grado di riconoscere la voce della mamma niente impedisce di pensare che possa avere già una sensibilità per certe forme sonore, come la parola o la musica.
Chiunque abbia l’occasione di giocare utilizzando la musica con i bambini può sentire e osservare il suo potere magico. La magia si manifesta su tutto il corpo del bambino, che di solito con curiosità si mette in posizione di ascolto: tutta la sua postura va incontro ad un’apertura e i suoi movimenti riflettono la felicità di chi ha fatto una grande scoperta!il suono è per il bambino un mondo da conoscere, da manipolare ed esplorare in ogni sua forma sia che riguardi un’espressione di sé che dell’altro o meglio ancora di entrambi.
Da questa relazione tra sé ed il mondo esterno il bambino impara le prime basi della comunicazione intesa non solo come scambio di informazioni ma come contatto con se e l’altro e soprattuto come ascolto. Se il bambino impara l’arte dell’ascolto già da piccolissimo, avrà una maggiore autonomia e sicurezza nelle nuove e future esperienze di apprendimento. Al fine di arricchire questo scambio tra il bambino e il suo ambiente esterno, si possono utilizzare vari strumenti: primo tra tutti la voce umana. Non dimentichiamo che il primissimo strumento musicale al quale il bambino viene esposto è proprio la voce della sua mamma che si mescolerà all’armonia dei suoni del grembo materno che lo accompagneranno per i nove mesi successivi. Dal momento della nascita in poi il bambino cambierà il suo modo di entrare in relazione al mondo in funzione dell’esperienza che di questo fa giorno per giorno, l’ideale sarebbe creare un ponte tra il pre e il post natale che coinvolga il bambino e le sue figure primarie in una relazione fatta di gioco, esplorazione e sperimantazione. Attraverso il gioco il bambino entra in contatto con gli oggetti e le sonorità e questo stimola la sua percezione e lo sviluppo delle sue competenze infantili.
Ciò che l’adulto deve fare ha a che fare ancora una volta con la capacità di stare in ascolto, inteso come osservazione e attenzione ai bisogni che il bambino esprime, che hanno sempre a che fare con la condivisione. Il bambino ha bisogno di condividere con l’adulto le sue scoperte, il suo stupore di fronte a cose e suoni nuovi alcune volte anche solo con uno sguardo altre attraverso una guida che l’aiuti a dar senso a ciò che non conosce. Infatti il gioco e l’esplorazione sono molto importanti, ma è altrettanto importante per il bambino inserire questi in un contesto di senso, di consapevolezza che può essere creato grazie all’adulto che in modo sistematico promuove il mondo sonoro in modo positivo al bambino. Per questo è importante che i genitori e chiunque si occupi di bambini sperimentino direttamente con il bambino stesso il piacere delle scoperte sonore, per imparare un modo di proporre la musica che sia svincolato dalla performance, ma esclusivamente interessato alla promozione del benessere del bambino attraverso il mondo sonoro musicale. Infatti che la musica arricchisca la crescita globale della persona ormai lo si sa, ma il modo in cui essa viene proposta al bambino è fondamentale rispetto al suo coinvolgimento. Il gioco sonoro e il movimento non solo permettono di avvicinare il bambino al mondo della musica, ma stimolano i suoi processi cognitivi legati all’apprendimento, alla memoria e alla capacità di concentrazione ma favorisco in assoluto uno strumento ludico e ricreativo che favorisce lo sviluppo armonico del bambino nel suo processo di crescita e socializzazione.
Ed ecco allora dove sta la magia del suono…nella sua capacità di favorire una comunicazione che vada al di la del linguaggio, delle parole, promuovendo l’espressione di vissuti più profondi: le emozioni. Perché se è vero che il linguaggio verbale ci aiuta a descrivere ciò che proviamo e a comunicarlo agli altri, tuttavia non ci aiuta nell’espressione immediata dell’emozione che passa attraverso altri canali: quello del corpo, della voce che sono veicolate dal linguaggio artistico (musicale, pittorico, ecc.) e dal comportamento espressivo non verbale (espressioni facciali, gestuali). Per questo motivo spesso le arti creative in generale (teatro, musica, danza) e la musica in particolare vengono definite “il linguaggio delle emozioni”.
Avvicinare i bambini fin dalla più tenera età al mondo del suono, in particolare alla musica e alla lettura, favorisce in loro la la costruzione di atteggiamenti positivi e comportamenti attivi, ma soprattutto li aiuta a sviluppare un buon linguaggio emotivo, permette loro di ascoltare maggiormente se stessi e gli altri, in particolare migliora la loro capacità di stare in relazione.