A pochi chilometri da Parma, nei dintorni di Collecchio, è possibile trascorrere giornate con i bambini immersi in luoghi bellissimi e ricchi di biodiversità, storia e tradizioni: dal Parco del Taro al Museo Guatelli, dai Boschi di Carrega alle Pievi di Talignano e Fornovo.
Dopo avervi narrato le bellezze storiche e artistiche della nostra città (leggi qui l’articolo), iniziamo oggi a raccontavi le bellezze della nostra provincia! Partiamo con la ricchissima area che si stenda tra Collecchio e Fornovo, dove facilmente e comodamente potrete trascorrere una giornata, o qualche ora, in libertà con i vostri bambini!
IL PARCO DEL TARO E LA CORTE DI GIAROLA
La Corte di Giarola è un complesso rurale ristrutturato immerso nel verde del Parco Naturale del fiume Taro. Questo parco è l’ambiente perfetto per escursioni facili e adatte ai bambini, percorsi di cicloturismo e mountain bike per tutte le età, per il birdwatching. Se desiderate scoprire i tre itinerari perfetti da trascorrere in famiglia, leggete questo articolo realizzato in collaborazione con i Parchi del Ducato.
La Corte di Giarola ospita un teatro e due musei del cibo oltre a un ristorante, sale per conferenze ed esposizioni e uffici.
All’interno del Parco Regionale fluviale del Taro, sono disponibili biciclette da cicloturismo, mountain bike e anche biciclette per bambini. Regolamento e modulo scaricabili sul sito http://www.parchidelducato.it
Il Teatro alla Corte
Un prato verde e una spaziosa barchessa ricevono gli ospiti del Teatro alla Corte. Nell’area esterna, anche sfruttando l’ampio portico coperto, vengono allestiti spettacoli all’aperto nella bella stagione, mentre all’interno una grande sala accoglie fino a un centinaio di spettatori. Gli ambienti in cui oggi si muovono addetti del teatro e spettatori erano in passato utilizzati come deposito e legnaia.
Da una decina d’anni l’associazione UOT (Unità di Organizzazione Teatrale) gestisce l’attività del teatro mettendo in scena spettacoli in prima persona e offrendo ospitalità a compagnie esterne. Il cartellone comprende ogni anno spettacoli per bambini di tutte le età oltre a una rassegna serale per adulti. Ma l’attività del Teatro alla Corte non finisce qui: progetti per le scuole e laboratori teatrali per bambini e ragazzi arricchiscono il programma offerto al pubblico.
Il teatro è di per sè un luogo speciale che proietta adulti e bambini in una dimensione un po’ magica. Mettiamo questo teatro in un casolare rustico, poi mettiamo questo casolare rustico in mezzo alla campagna e si moltiplicherà la magia!
Musei della Pasta e del Pomodoro
Capitale della Food Valley, Parma ha ottenuto nel 2015 il prestigioso titolo di “Città creativa per la gastronomia” dall’UNESCO. Dove concentrare dunque, se non nel Parmense, una serie di ben sette musei dedicati al cibo (l’ottavo, intitolato al fungo porcino di Borgotaro, è attualmente in via di allestimento)? La corte di Giarola ospita il Museo della Pasta e quello del Pomodoro. Se la curiosità insaziabile è un tratto comune a tutti i bambini, la visita ai due musei risponderà alla loro voglia di scoprire “cosa c’è dietro”. Che storia si nasconde dietro il piatto fumante di spaghetti, protagonista assoluto della nostra tavola? Quali procedure e strumenti servono per ottenere le penne rigate o i fusilli? Visitando il Museo della Pasta, un museo che racconta una storia oltre a mostrare degli oggetti, i bambini scopriranno come da un chicco di grano, attraverso varie fasi di lavorazione e con l’uso di particolari macchinari e strumenti, si arrivi al piatto prelibato che troneggia sulla nostra tavola.
Attrezzi come la zappa, l’aratro e la falce forse li conosciamo già, ma che cosa sono e a cosa servono il tribolo, il crivello, la sessola e la speronella? Passeggiando negli ambienti del museo grandi e bambini incontreranno tutti i protagonisti della storia racchiusa nella pasta che mangiamo.
Una chicca che non mancherà di risvegliare la curiosità dei piccoli visitatori: si tratta di un campione di spaghetti arrivati dal 1837 fino a noi. Ritrovato per caso nell’Archivio di Stato di Parma, è oggi custodito nel museo. La storia di questi frammenti di spaghetti è bizzarra, rimanda addirittura a una disputa in tribunale. Qui non si aggiunge altro: vale la pena di tenere il segreto per non rovinare la sorpresa!
Nella parte finale del percorso, ecco un oggetto immancabile nelle cucine italiane: lo scolapasta. I visitatori ne vedranno di tutte le forme e di tutti i colori, nel vero senso della parola!
Non c’è sugo più genuino e semplice per condire la pasta della passata di pomodoro. Ecco allora che, dopo avere scoperto i segreti della pasta, nel museo dedicato al principe degli ortaggi, bambini e adulti faranno un viaggio a ritroso per riscoprire le radici storiche, le lavorazioni e le varietà del pomodoro tra i pannelli illustrativi, i macchinari e gli attrezzi esposti.
Grazie alla sua forma tondeggiante e al colore vivace, la “tomaca” (come si dice in dialetto parmigiano) si presta ad essere usata come modello per tanti oggetti di uso quotidiano, ecco allora il fermacarte, la teiera, il telefono, la bilancia e perfino il portamonete a forma di pomodoro! La serie di oggetti “pomodoriformi” non è la sola curiosità che si nasconde nel museo. A leva, a chiavetta, a forbice, a ruota, con lama a dente di pescecane, a farfalla, a manovella…chi l’avrebbe mai detto che un oggetto apparentemente semplice come l’apriscatole potesse presentarsi in tante varietà?!
Dopo avere conosciuto la storia, le procedure e gli strumenti utilizzati per produrre la pasta e lavorare il pomodoro, il piatto di spaghetti che cucinerete per i vostri bambini una volta a casa sarà ancora più gustoso!
MUSEO GUATELLI
I bambini sono professionisti nel collezionare. Tra le mani di un bambino anche l’oggetto più umile diventa prezioso e degno di essere conservato. Sassolini, conchiglie, punte di matite colorate, tappi di bottiglia se raggruppati in serie si elevano al rango di importanti collezioni. Data questa premessa, il Museo Guatelli è un luogo particolarmente adatto ad essere visitato non solo dagli adulti ma anche dai bambini.
Non è un museo della cultura contadina come gli altri quello creato da Ettore Guatelli, ma un luogo in cui una miriade di oggetti quotidiani segnati dall’usura e dal passare del tempo e raccolti con cura dal collezionista si accumulano, mescolano e affiancano componendo insiemi armoniosi e figure geometriche a rivestire ogni superficie, perfino i soffitti!
“Tutti sono capaci di fare un museo con le cose belle, più difficile è crearne uno bello con le cose umili come le mie”.
Questo disse Guatelli del suo museo. Come dargli torto?! Il museo è allestito nella casa in cui Ettore Guatelli, maestro elementare e collezionista, visse tutta la sua esistenza, fino a quando venne a mancare nel 2000. La visita è un percorso di riscoperta della vita di un personaggio allo stesso tempo umile e straordinario e in parallelo del mondo rurale in cui ha vissuto. Per i bambini sarà l’occasione per scoprire che molte attività legate alla campagna e alla casa si svolgevano fino a non molto tempo fa in modo diverso da ora. Generalmente con meno soldi e più fatica. A volte con parecchio ingegno, come nel caso delle scarpe “allungabili” per poter seguire la crescita del piede o della seggiola con seduta in pietra dalla forma irregolare, perfetta per accogliere il corpo del proprietario che aveva problemi a piegare una gamba. Ogni stanza ha il suo fascino, grazie alla ripetitività di elementi accomunati dall’appartenenza a una categoria ma tutti diversi e quindi unici (serie di vasi, scarpe, coltelli, barattoli di latta, martelli), o per il rimando a storie e vite sepolte nel passato (che esistenza difficile deve aver avuto l’animale con il corno attorcigliato al muso del quale vediamo esposto il cranio! Quali e quanti ingredienti saranno stati tagliati, affettati, sminuzzati, pestati sul tagliere massiccio per renderlo così assottigliato al centro e quante famiglie lo avranno posseduto prima di liberarsene?).
E che dire della stanza dei giocattoli? I balocchi costruiti con gli oggetti più disparati, alcuni semplici, altri dotati di complicati meccanismi, potranno essere uno stimolo per i bambini a creare nuovi giochi usando fantasia, creatività e pezzi di recupero. Con l’occhio giusto e un pizzico di manualità una lattina diventa un trattore, dei gherigli di noce si trasformano in un mulino a vento. La visita al Museo Guatelli susciterà nei bambini (ma anche negli adulti) meraviglia e curiosità. Una controindicazione: una volta rientrati a casa mamme e papà avranno perso ogni autorevolezza nel chiedere ai bambini di liberarsi delle loro conchiglie, pietre e tesori di varo genere. Anzi…magari se li ritroveranno addirittura appesi con orgoglio alle pareti di casa!
I BOSCHI DI CARREGA E LE PIEVI
A pochi chilometri da Sala Baganza, si trovano Boschi di Carrega, un vero e proprio polmone verde a due passi dalla città. Il parco si estende per circa 2.600 ettari in una zona pre collinare fra il fiume Taro e il torrente Baganza e, in questo articolo, vi raccontiamo i percorsi adatti ai bambini e tutti i punti di interesse naturalistici, storici e artistici da scoprire in famiglia.
Nella piccola frazione di Talignano si trova la Pieve di San Biagio. La chiesa, che fu fondata dai monaci cistercensi nel XII secolo: un elemento che caratterizza la pieve, fortemente rimaneggiata nella struttura, è la raffigurazione della “Psicostasi” (pesatura delle anime) nella lunetta del portale d’ingresso. Sulla bilancia si trovano due anime che vengono sottoposte a giudizio prima del loro passaggio nell’aldilà. Il Bene e il Male, rappresentati rispettivamente dall’Arcangelo Michele e dal Demonio, si contendono i defunti. Il diavolo usa l’inganno per aggiudicarsi la vittoria. Si tratta di un soggetto raramente rappresentato negli edifici religiosi italiani di quel periodo, diffuso invece in Francia e in Spagna. Segno, questo, dell’importanza delle vie di pellegrinaggio per la diffusione di modelli.
Il territorio parmense è costellato di pievi, luoghi religiosi dall’aspetto semplice che ospitavano i pellegrini in cammino lungo la Via Francigena. La Pieve di Fornovo (IX sec.), una delle più importanti e antiche del parmense, è dedicata a Santa Maria Assunta e si trova a una manciata di chilometri da Talignano. La facciata presenta la caratteristica struttura a capanna tipica dell’architettura romanica. Sulla destra del portale la statua di un pellegrino (in parte danneggiata) protetta da una nicchia segnalava ai viandanti la possibilità di fermarsi per la sosta e la preghiera. Se possibile, non mancate di entrare per ammirare in particolare la lastra posta sull’altare che rappresenta le Storie di Santa Margherita e il suo martirio.
Questo articolo è scritto da Alice Abbati, guida turistica certificata per l’Emilia Romagna.
Se vi incuriosisce l’idea di scoprire i luoghi citati nell’articolo – così come altre zone del parmense – accompagnati da una guida turistica locale, contattate Alice telefonicamente al numero 3392180223 o via mail all’indirizzo ali.abbati@gmail.com. Potrete concordare percorsi che tengano conto della fascia d’età dei vostri bambini.